Gretta

GRETTA, UNA VITA TRANQUILLA CON VISTA MARE.

È un rione storico che ha da sempre vegliato dall’alto la città di Trieste. Le sue evoluzioni raccontano l’inarrestabile scorrere del tempo e il desiderio di vivere una vita al riparo dal traffico cittadino. Stiamo per raccontarvi i dettagli più interessanti di Gretta.

CENNI STORICI

Tra i quartieri di Roiano e Barcola, nell’antichità sorgeva un piccolo santuario dedicato ad Ercole i cui resti sono stati ritrovati nell’epoca moderna a testimonianza della presenza in zona del semidio greco. Gretta nasceva esattamente così per poi incontrare diversi sviluppi nell’arco del tempo. Fino alla seconda metà del Novecento, infatti, accoglieva prevalentemente piccole case, giardini e campi coltivati. Poi, nel 1950, sotto l’amministrazione del GMA (Governo Militare Alleato), gli americani contribuirono alla costruzione delle case popolari tutt’oggi ancora presenti.  Solo dopo gli anni ’80 Gretta diventò protagonista di un vero e proprio sviluppo urbanistico caratterizzato dalla costruzione su ripidi pendii di villette e piccole case.

Il rione era, in passato, contrassegnato da un’importante presenza della comunità linguistica slovena. Secondo l’ultimo censimento austriaco del 1911, infatti, il 46,3% della popolazione era di madrelingua slovena (contro un 43,3% di madrelingua italiana). Durante il Novecento, la percentuale degli abitanti di madrelingua slovena è andata diminuendo fino a scomparire quasi del tutto.

COLLEGAMENTI

Riconosciuto come rione storico, Gretta è oggi una via di passaggio pressoché obbligata verso l’abitato di Prosecco, quartiere del comune di Trieste, nonché verso la grande viabilità. Ma non solo! Abitare a Gretta significa anche poter raggiungere velocemente in auto o scooter il mare (Barcola) e tutte le attività estive che impreziosiscono la movida cittadina estiva.

SERVIZI

La bellezza paesaggistica di tutta l’area ha favorito lo sviluppo residenziale della zona. Gretta, infatti, accoglie ville ed appartamenti con viste suggestive che godono di tutti i servizi di prima necessità, tra cui istituti scolastici e la Parrocchia di Santa Maria del Carmelo.

NOTE ARCHITETTONICHE

La vita sociale del quartiere di Gretta si è sempre divisa in modo molto netto tra le case dei contadini e degli operai (Gretta Alta) e le ville delle diverse “dinastie” degli armatori, dei commercianti e degli industriali (Gretta Bassa).

Non dimentichiamo, inoltre, che tra l’Ottocento ed il Novecento il quartiere garantiva un rapido accesso alle ex zone industriali rappresentate da nomi importanti come Baker, Stock, Fabbrica Ford, Magazzino 27, Punto Franco Nord. Questo spiega perché Gretta fosse abitata anche da facchini, gruisti e pesatori.

Oggi tutto ha preso un’altra forma: molti impianti industriali sono scomparsi, le ville sono diventate villini, le casette trasformate in appartamenti. Possiamo tuttavia scorgere i resti dell’impressionante quantità di ville presenti in zona fino agli inizi del ‘900. Molti sono i ruderi che costellano il panorama, a partire dalla decadente Villa Cosulich. Si tratta di una bella villa neoclassica, dal fascino tenebroso.
In origine si trattava di una dimora di campagna appartenuta alla famiglia dei baroni de Burlo e poi al commerciante Demetrio Carciotti; successivamente passò sotto la proprietà della famiglia scozzese Rutheford.

Robert Romano Rutheford lavorò come amministratore delle proprietà delle sorelle Davis, alla cui generosità si deve il Mercato Coperto, e fu uno dei primi triestini a vendere automobili, nei primi anni del Novecento. Nonostante lo scetticismo di una città che si muoveva ancora in carrozza, Rutheford accumulò una considerevole fortuna, vendendo in esclusiva le autovetture Darracq ed Eisenach. La Villa sotto Rutheford si trasformò nell’edificio oggigiorno conosciuto, con colonnati e scalinate; coerentemente con la modernità del personaggio fu una delle prime case private di Trieste ad avere il telefono.

Spostiamoci ora verso la zona di Gretta Bassa, per incontrare la storia di Villa Fausta. L’edificio fu costruito nel 1855 su commissione di Eufrosina Buchler, la quale possedeva diversi appezzamenti nella zona. Successivamente passò alla famiglia Carniel, i cui successi sportivi nell’ambito della scherma hanno dominato le classifiche mondiali a metà Novecento. Dopo un ampliamento “firmato” dall’architetto Geiringer (1928), l’anno successivo la Villa passò a Francesco Trevisani che la ribattezzò “Fausta” in onore della moglie Fausta Veneziani, la cui sorella Livia era la moglie di Italo Svevo.

La Villa è sopravvissuta al secondo dopoguerra divenendo, dal 2002, un Bed&Breakfast curato dalla famiglia Tracanelli. Dopo il vicolo san Fortunato, scorgiamo Villa Irma, un complesso di grandi dimensioni: duemila metri quadri con giardino, orto e casetta del custode; il tutto contornato da una merlatura nello stile di un castello.
I suoi proprietari più famosi furono quei “Cimadori” che gestivano il primo tram a cavalli (1875) e successivamente tutti i trasporti e i traslochi di Trieste. Il nome era un riferimento a Irma Cimadori, irresistibile beltà della Belle Époque triestina.

A partire dal 1970 la Villa è stata demolita per far spazio a 66 appartamenti condominiali. Presso Salita di Gretta n. 38/1 è possibile ammirare Villa Prinz, un edificio edificato nel 1926 in stile eclettico per volontà del commerciante di granaglie Francesco Primc originario di Villa del Nevoso. La villa disponeva di un’ampia proprietà comprensiva di casa colonica e vaccheria; il podere ebbe tra i suoi proprietari la famiglia Marenzi.
La Villa passò al Comune di Trieste quando la società “Farina, Cereali, Alimentari” dei Primc finì sotto sequestro per dissesto finanziario (1968); recentemente restaurata, la sede ospita l’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione e il III Consiglio Circoscrizionale Roiano-Gretta-Barcola.

Citiamo in questo excursus anche Villa Bonomo, tutt’ora esistente al n.261 di via Bonomea. Quando Cristoforo de Bonomo (1667-1752) sposò Margherita Liechstock si ritrovò proprietario di un bel podere a Gretta e decise di costruire una villa poderosa. Si tratta di un bell’edificio settecentesco con il timpano sulla facciata e un balcone di ferro battuto sul quale sventolava la bandiera di famiglia, costituita da una scala ascendente in campo rosso. Andrea Giuseppe de Bonomo non lasciò eredi alla sua morte; tra i proprietari della Villa ricordiamo brevemente la famiglia Marenzi (1868), Enrico Ritter de Zahony, proprietario della fabbrica di ghiaccio di Barcola (1871) e il conte Alessandro Economo (1901). La famiglia Marenzi, come i Bonomo, vanta una lunga storia a Trieste, risalente al 1489.

I più conosceranno il nome grazie al Palazzo Marenzi (via dei Rettori), prezioso manufatto seicentesco nel cuore della città “murata”, oggi completamente restaurato.
A partire dal 6 giugno 1936 la Villa passo in proprietà a quattro suore orsoline di Verona che gestivano la “Casa di Riposo di san Giuseppe” ma nel 1956, le suore scelsero di spostare l’ospizio in via Ascoli e la Villa fu spianata dalle ruspe.

AREE DI PARCHEGGIO

Gretta è una zona prettamente residenziale quindi le aree di parcheggio sono tutte private o disposte lungo la strada.

AREE DI RIQUALIFICAZIONE URBANA

Non prevista

LOCALI TIPICI/STORICI

Non presenti.

INTRATTENIMENTO

Non presente.

PREZZI AL MQ

Gretta dista circa 4300 metri dal centro cittadino e rappresenta l’1% delle transazioni immobiliari di Trieste. Il prezzo medio degli appartamenti è di circa 2.100 €/m2, decisamente in linea con il prezzo medio cittadino pari a 2.050 €/m2. Si consideri, tuttavia, che i prezzi in tutta la zona oscillano tra i 1.450 €/m2 ai 2.750 €/m2.

LA ZONA È CONSIGLIATA A CHI…

Tutta l’area è da sempre rinomata per la posizione privilegiata, la vista sul Golfo di Trieste e la lontananza dal traffico cittadino. Gretta è la scelta ideale per chi desidera vivere o investire in una zona residenziale tranquilla ma con tutti i servizi essenziali a portata di mano.